Fare il pane è un lavoro “scostumato”

Sarà che ancora mi scorre nelle vene un pò di sangue partenopeo ma ho davvero goduto del dialetto napoletano parlato ad Ischia durante il mio soggiorno nell’isola. Tutti intorno a me parlavano o napoletano o tedesco, anche i venditori ambulanti parlavano una specie di napoletano. In particolare mi ha fatto sorridere una frase di una signora che ci raccontava di avere un panificio con vendita al pubblico e che si dedicava 7 giorni su 7 a questo esercizio commerciale. “Fa’ o’ pane è nu lavoro scostumato, e pensà sul a iss, nù può fà ati cos’” (traduzione non letterale: fare il pane è un lavoro molto impegnativo che non ti consente di fare altro). Era tanto che non sentivo usare l’aggettivo “scostumato” in questa accezione e mi è suonato così nostalgicamente simpatico…

Nuvola di spine

Passeggiando per le viuzze ischitane ho “rubato” questa foto che ho intitolato “nuvola di spine”. Sarà che ho un a passione per le piante grasse ma non ho resistito.

Allora mi sono ripromessa di concimare tutte le mie piantine in modo che crescano belle come queste della foto…

Mi manca poi il villone col giardino in cui esporle…ma questo è un dettaglio, una cosa per volta!

“Bambini, non fate i giochi violenti che mi stizzo e vi prendo a botte!”

A regalare questa perla di saggezza è stato un papà napoletano dei quartieri altolocati, uno di quelli che non parlano il dialetto e non vogliono che i figli lo imparino.

La scena è la seguente: lui sdraiato su un lettino in piscina, fisico asciutto e costume e ciabatte rigorosamente di marca. La moglie, al centro benessere a farsi massaggiare le natiche immersa nel cioccolato fuso, gli  aveva lasciato il compito di fare la guardia ai figli, due bimbi vivaci di circa 5 o 6 anni.

Ad un certo punto i due bimbi hanno cominciato a rincorrersi in piscina per disputare un match di wrestling in acqua. E’ stato proprio a questo punto che l’uomo, senza alzarsi dal lettino ha cominciato a “stizzirsi” in silenzio ed in modo molto composto ha detto la mitica frase, sicuramente ispirata alla non – violenza del mahatma Gandhi, a quella stessa non –violenza a cui cerca di educare i figli: “Bambini, non fate i giochi violenti che mi “stizzo” e vi prendo a botte!”.

Che pensate? I bambini si sono intimoriti e si sono disposti in religioso silenzio sul bordo piscina? Ovviamente hanno continuato a fare a botte nell’acqua e nel frattempo io li guardavo e pensavo a quanto si stesse stizzendo il papà sul lettino…

Mamma da grande voglio diventare lo stregone delle wings!

A dirlo oggi in piscina un bimbo di 4-5 anni, Alessandro. Confesso di non sapere chi sia lo stregone delle wings ma quello che mi ha colpito è realizzare come sono cambiate le aspirazioni e i modelli dei bimbi. A dire il vero non so quando ci sia stato questo cambiamento di rotta, fino a qualche mese fa, anche se ero circondata da bambini, non li ascoltavo. Ora è come se mi fossero spuntate le antenne radio, sento solo i bambini in mezzo ad una processione di adulti.

Quando ero piccola ricordo che volevo fare la ballerina come Heather Parisi e mia nonna mi diceva che era un mestiere disdicevole perché le ballerine stavano con  “tutto fuori”, ovvero mezze nude…infatti poi sono diventata ingegnere. I miei coetanei maschietti volevano fare i poliziotti o i pompieri…mai ho sentito qualcuno che volesse fare lo stregone.

Ma poi le wings non sono delle ragazzine mezze nude? Che c’entra uno stregone con loro? Mah, devo ancora informarmi bene sulla faccenda per avere delle risposte credibili e convincenti quando anche mio figlio dovesse malauguratamente confessarmi che vuole diventare lo stregone delle wings!